Calcioscommesse, Paoloni: “Giocare é stata la mia malattia”

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 Non ho ucciso nessuno e non ho fatto le cose di cui mi accusano“. Marco Paoloni, uno dei principali protagonisti dell’inchiesta sul calcio scommesse, ha scelto di raccontare la sua verità in un’intervista al Corriere dello Sport nella quale ripercorre i brutti momenti vissuti negli ultimi giorni. “Ho iniziato con il poker on line e poi sono passato alle scommesse aumentando sempre le puntate – rivela il portiere – E’ diventata una malattia e non me ne sono accorto in tempo. Puntavo su basket, tennis e hockey. La prima volta ho incontrato Pirani nel 2008 a una cena con 4-5 compagni dell’Ascoli, era amico di Sommese. Mi mancavano i liquidi per scommettere, mia moglie era arrabbiata perchè si era accorta che nel conto corrente c’era qualcosa che non andava. Mi ricordai che Pirani mi aveva prospettato la possibilità di scommettere a credito tramite un suo amico. Pirani mi presentò Erodiani. Gli altri personaggi di questa vicenda non li ho mai sentiti. Il Minias? Gioco in porta, avrei dovuto drogare i miei compagni quando mi bastavano due miei errori per far vincere la Paganese? Ora ho la coscienza pulita perchè ho ammesso le mie debolezze. Io però voglio tornare a giocare e mi sento ancora un calciatore. Il calcio è la mia vita, lo sport che amo da 20 anni“.

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