Scommesse, ancora divieto di sponsorizzazione nello sport

di Valentina Cervelli Commenta

Nonostante la crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus e la difficoltà riscontrata dal settore scommesse, il divieto di sponsorizzazione nello sport è una di quelle limitazioni che continuano a rimanere un punto fermo del Governo che sta facendo discutere e non poco la politica attuale.

Coni contrario al divieto di sponsorizzazione delle società di scommesse

In particolare lo sconto è alto tra il Movimento 5 Stelle e il Coni: il primo infatti sostiene come il divieto di sponsorizzazione delle società di scommesse rappresenti una conquista di civiltà mentre secondo Giovanni Malagò, presidente del Coni, si tratta di una legge, quella contenuta nel Decreto Dignità, “figlia di un contesto di demagogia che ha penalizzato tutto lo sport, non solo il calcio”. Lo scontro, a distanza, è occorso nel giorno in cui è stato presentato il Libro Blu Adm a Roma.

La legge in effetti non causa solo qualche problema alle società di scommesse e di conseguenza ai giocatori con il divieto di sponsorizzazione ma penalizza fortemente lo sport e in particolare le squadre di serie minori o gli atleti che potrebbero riscontrare effettivi vantaggi dal supporto di una società pronta a investire. Gli sport minori, ha sottolineato il presidente del Coni, “sono quelli che in proporzione hanno risentito più del divieto” per delle norme che non possono non essere considerate che “senza senso, se pensiamo che quando le squadre italiane giocano all’estero il messaggio arriva comunque. Mi auguro che questo nodo venga risolto al più presto dal Parlamento“.

Auspicabile una soluzione non estrema

Non è mancata ovviamente la risposta del Movimento 5 stelle che compara questa norma sulle sponsorizzazioni a quella della pubblicità del fumo. All’interno di un comunicato sul tema, è strato sottolineato come i successi sportivi italiani estivi come gli Europei di Calcio e di Pallavolo femminile, le Olimpiadi e le Paraolimpiadi dovrebbero essere veicolo di promozione di uno stile di vita sano mentre  “il presidente Malagò vorrebbe invece cancellare le conquiste del DL Dignità e sfruttare questi valori per veicolare il gioco d’azzardo, una pratica che nuoce alla salute e diseduca i giovani e i cittadini al tentar la sorte invece di puntare su impegno e merito“.

C’è da chiedersi se davvero ci sia una logica demagogica nel considerare le sponsorizzazioni dei siti di scommesse come un mezzo con il quale, a legger la nota, si sosterrebbe involontariamente il riciclaggio di denaro sporco e la disoccupazione. Non sarebbe forse necessario trovare per entrambi i settori una via di mezzo che sappia coniugare gli interessi di tutti?

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