Scommesse, lo sfogo di Fagioli

di Valentina Cervelli Commenta

Nicolò Fagioli si sfoga in materia di scommesse. Lo fa nel corso del suo percorso di riabilitazione dovuto dopo la squalifica. Ricordiamo che lo scorso 19 ottobre il giocatore della Juventus e della Nazionale ha patteggiato 12 mesi allontanamento dall’attività agonistica.

Scommesse e la punizione di fagioli

Quando si parla di reati legati alle scommesse, questo tipo di punizioni esemplari sono dovute va detto. Ma è interessante anche venire a conoscenza di ciò che sta raccontando il giocatore. Il quale dovrà stare sette mesi lontano dal campo pagando al contempo una multa da 12.500 euro.

Fagioli dovrà partecipare a un piano terapeutico della durata minima di 6 mesi e a un ciclo di almeno 10 incontri pubblici“spiega l’accordo con la FIGC. Questi dovranno svolgersi “nell’arco di 5 mesi, presso Associazioni sportive dilettantistiche, Centri federali territoriali, Centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo“. Secondo le tempistiche e le indicazioni presentate dalla Federazione.

Quello che definiamo sfogo di Fagioli è arrivato dall’incontro tenutosi presso l’ex teatro Araldo di Torino  in materia di rischi sul tema scommesse e gioco d’azzardo nei giovani.Il ragazzo ha spiegato di avere iniziato le prime volte quando aveva sedici anni. Salvo trovarsi a vivere una condizione che non può non essere considerata come una malattia.

Ora racconta, sta meglio, rispetto a un anno fa quando il caso delle sue scommesse sportive è scoppiato. E che per stare bene passa più tempo possibile con la famiglia e con gli amici. Praticando ovviamente sport.

È difficile per il ragazzo questo periodo passato lontano dal calcio giocato. Si tratta ovviamente di una punizione, teoricamente giusta, che renderebbe per lui più difficile vivere il tutto.  Nonostante il caos scommesse, il centrocampista dovrebbe riuscire a tornare in campo per  l’ultima giornata di Serie A per Juve-Monza.

L’aspetto psicologico di questa dipendenza

Lo psicologo che sta seguendo il giovane ha voluto sottolineare l’aspetto patologico della fame di scommesse del suo paziente. Sottolineando che in casi simili sia necessario stabilire proprio un approccio terapeutico. Soprattutto perché Fagioli non ha mai venduto una partita ma giocato anche sulle partite di calcio.

Tale approccio ovviamente è differente da persona a persona, cercando di trovare un equilibrio tra i bisogni e le disponibilità di chi è affetto da questa dipendenza. Lavorando sui fattori emotivi ma anche sui danni collaterali, come in questo caso. Che possono essere debiti, problemi con la giustizia o criticità in famiglia.

Cosa ci insegna il problema del calciatore con le scommesse? Che in questo campo a cadere nella ludopatia ci vuole poco. E ché e necessario farsi aiutare.

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