Scommesse e giochi online, basta ai contanti

di Valentina Cervelli Commenta

Scommesse e giochi online sottoposti a un nuovo giro di vite? Sembrerebbe di sì, dato che si sta puntando allo stop al denaro contante. Si tratta di qualcosa che deve essere spiegato.

Nuovi impedimenti per chi ama le scommesse

Detto così fa un attimo storcere il naso perché risulta essere incomprensibile in linea generale. Quello che il governo Meloni vorrebbe ottenere è una stretta importante all’uso del denaro contante da sfruttare per pagare le scommesse e le attività ludiche online.

I cambiamenti già fanno parte del decreto legislativo approvato recentemente in materia. E ovviamente non si tratta di uno stop vero e proprio al denaro contante per le scommesse. Ma del fatto che sarà consentito ricaricare solamente fino a 100 in contanti i propri conti di gioco. Oltre questa soglia scatterà la necessità di tracciabilità dei pagamenti e quindi l’utilizzo di prepagate e carte di credito per le scommesse  gli altri giochi online.

Ovviamente si tratta di una mossa che rientra nella lotta al riciclaggio di denaro sporco. Ora, possono esserci anche stati problemi in tal senso in questo settore in passato e in specifiche situazioni. Ma ciò che sta accadendo va a colpire anche quei semplici cittadini che ogni tanto si lasciano andare a qualche scommessa o gioco online.

Per colpire uno, se ne abbattono 100. Dal Governo viene spiegato che si tratta di un intervento che punta a “razionalizzare e aggiornare il sistema dei giochi pubblici a distanza, aumentando il valore delle concessioni da assegnare portandole ai corretti livelli di mercato”.

Può favorire i bookmaker?

In poche parole un atto che favorirebbe anche le ricevitorie e i bookmaker che si occupano di scommesse legali. Allo stesso tempo però questo potrebbe essere vissuto come una limitazione dai giocatori che potrebbero giocare di meno. Con conseguenze importanti per l’intero settore.

Quando si parla di scommesse non è sempre chiaro il funzionamento di molte dinamiche. Una stretta di questa tipologia, per quanto eticamente giusta, potrebbe avere conseguenze negative su un mercato che nella maggior parte dei casi vive nella completa legalità.

Certo, le scommesse e il gioco d’azzardo vengono spesso colpevolizzate per via della ludopatia. Ma anche in quel caso si tratta di una malattia di tipo psicologico che deve essere approcciata nel modo giusto. E che non è sempre conseguenza diretta dell’esistenza di queste attività.

Ovviamente porre il limite di contante a 100 euro consente di osservare meglio anche eventuali problematiche legate all’evasione fiscale. Forse però, prima di muoversi in tal senso si sarebbero dovuti interpellare meglio gli interlocutori di settore. No?

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