
“Giornata nera”. Oppure “Vediamo cosa dirà la gamba: la testa vuole vincere, potrebbe non bastare”. Ma anche: “Sarà guerra”. Firmato (solo quest’ultimo commento) Lance Armstrong. Già, ci viene da dar ragione al vecchio ed esperto “Cowboy”: sarà guerra, senza esclusione di colpi, sulle tremende rampe che porteranno il Tour de France al suo epilogo, che in questa 96esima edizione ha il nome e la terribile sagoma del Mont Ventoux. E’ l’ultima salita di una corsa che si scioglierà domani nell’applauso e nel bagno di folla collettivo di Parigi. E’ l’unica salita vera di un Tour de France cha ha regalato molti sbadigli sin qui. Ma oggi scatenerà l’inferno.
Di solito, nei ristoranti più raffinati, la qualità del servizio si riconosce mediante la conta delle portate. Un ristoratore che inserisce nel proprio menù principe un solo primo piatto risulta essere molto meno raffinato rispetto ad un altro che vi propone un “tris”, di primi. Non così nel ciclismo, dove la serialità annoia, ma i disegnatori del Tour de France 2009 non crediamo se ne stiano preoccupando molto. Sta il fatto che dopo due frazioni vallonate, buone per la fuga ma dominate da Cavendish in volata, il menù prevede