Calcioscommesse, tutti contro Signori. Ecco le testimonianze contro l’ex bomber

di Redazione Commenta

 Le diverse cene al ristorante con l’amico Manlio Bruni e un rapporto di fiducia con Francesco Giannone, entrambi commercialisti che curano i suoi interessi da anni, probabilmente dopo questa storiaccia resteranno uno sbiadito ricordo. Lo si evinve dalle prime risposte che Beppe Signori dà al gip Guido Salvini durante l’interrogatorio avvenuto lo scorso 8 giugno al Tribunale di Cremona. Per prima cosa gli vengono contestate le intercettazioni in cui si parla di lui, ma soprattutto le testimonianze proprio di Giannone e Bruni, che lo indicano come il referente principale per le scommesse sui siti asiatici (Singapore) dei clan del “bolognesi“. Sostengono che Signori avrebbe giocato 150 mila euro sulla combine della goleada fallita nel match di Serie A, Inter-Lecce, che gli fu proposta da Erodiani e Bellavista (con la garanzia del portiere Paoloni) nel famoso incontro avvenuto il 15 marzo a Bologna. Ad ulteriore scapito dell’ex attaccante di Lazio e Bologna, c^ la testimonianza del titolare di ricevitorie Massimo Erodiani, che ha sostenuto come in quella occasione Signori aveva “un tipo di tariffario in mano e ce lo ha fatto vedere la prima volta“. Sul foglietto erano riportate le tre regole per combinare le partite, tra cui “pagare i giocatori il giovedì dopo la partita“. L’ex bomber. come riportato già ieri, racconterà la sua verità lunedì in una conferenza stampa: “Sono pronto a spiegare le ragioni della mia innocenza“.

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