Coronavirus, agenzie di scommesse nuovamente chiuse

di Valentina Cervelli Commenta

Il mondo delle scommesse si prepara a vivere un nuovo difficile momento: con l’ultimo Dpcm è stata infatti stabilita nuovamente la chiusura delle sale scommesse in tutta Italia, insieme alle sale giochi. Una decisione che non solo mette in difficoltà molte categorie di lavoratori ma che rischia di portare anche a un netto calo degli introiti anche per lo stato.

Difficoltà per lavoratori sale scommesse

Già nel momento in cui nulla era stato ancora deciso diversi interlocutori del settore avevano lamentato che il danno sarebbe stato importante e ora che  lo stop alle attività è stato deciso per evitare assembramenti si iniziano a fare i primi conti: come recentemente ha segnalato all’AdnKronos Maurizio Ughi, presidente “Obiettivo 2016 – Associazione Agenzie di Scommesse” con il precedente lockdown “lo Stato ha perso 4,5 miliardi di euro” di mancate entrate e con un nuovo stop fino alla fine dell’anno “rischia di perdere altri 3-3,5 miliardi“. Per il momento il Dpcm è valido fino al 24 novembre, ma non è da escludere che si possa entrare in un vero e proprio lockdown e che la misura venga estesa fino a tutto dicembre.

Quella presa dal governo, è una scelta che viene considerata “inappropriata” dall’uomo. “Nel nostro settore“, ha spiegato, “non ci sono stati casi e sono state attuate tutte le norme anticontagio previste dai precedenti Dpcm ma anche previsti dal regolatore Adm“. Sebbene le scommesse online siano eseguibili senza problemi, questo blocco porta non pochi problemi a coloro che gestiscono sale Bingo, sale giochi e centri scommesse che per quanto sia stato emesso il decreto Ristori che dovrebbe coprire per le loro categorie, si trovano davanti ad una situazione molto difficile.

Incertezza nel settore e preoccupazioni

Tutti si chiedono infatti se i tempi di erogazione degli aiuti saranno veloci e saranno rispettati: è questa la principale preoccupazione dopo aver vissuto il primo lockdown. “Chiaramente rispetteremo la decisione del Governo e ci adegueremo ma siamo profondamente sorpresi della differenziazione tra noi e i settori come quelli della ristorazione e dei bar“. Non si comprende infatti quale sia la differenza con gli altri locali. “E’ una discriminazione“conclude. “E questo mentre nelle nostre sale scommesse rispettiamo tutte le prescrizioni e procediamo ad una sanificazione ogni volta che un cliente lascia la propria postazione“.

In effetti qualche domanda in tal senso viene da porsela e tra di esse vi è quella relativa alle tempistiche di un ritorno alla normalità di un settore che sembra essere più controllato rispetto ad altri e che per quanto considerato non essenziale dà lavoro a molte persone.

 

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