HA VINTO LUI. L’ho visto, sì. Anno Zero di solito lo guardo. Non sempre apprezzo, non sempre condivido. Emilio Fede, e il suo Tg, m’è capitato quasi mai. Troppo presto, le 19. Ancora lavoro. Due figure differenti, agli antipodi politicamente. Professionalmente.
Santoro e Fede, tuttavia, in un certo qual modo si assomigliano, si cercano. Si ascoltano. Sanguigni del “politichese”, viscerali. Per certi versi partigiani. Chi di una parte, chi di un personaggio. Chi di un’azienda, chi di un portafogli. Ognuno ci legga quel che gli pare, ma di politico no. Non leggiateci nulla perchè non mi rispecchio in quello nè in quell’altro. Solo che, e ve lo dico, lo scorso giovedì m’è successo di giocarmi una cena proprio mentre su RaiDue andava in onda la prima di Anno Zero post Regionali. Con Massimo, amante dei talk show di genere.
COMPARVE FEDE. Archiviata la parentesi di Raiperunanotte, si torna alla diretta con in valigia un bagaglio di ascolti certificati (oltre 6 milioni e mezzo tra virtuale ed emittenti locali). Era stato lo spot elettorale più azzeccato che la sinistra potesse immaginare. Senza aver fatto nulla per meritarlo. Roba che se uno immagina Francesco Totti bersi mezza difesa e poi mettere il pallone tra i piedi di Vucinic che deve solo spingerla in rete ha fatto in tempo a intuire cosa è accaduto.
Allora, nonostante la vittoria elettorale (poco da dire) di Berlusconi e Bossi (solo Beppe Grillo e Nichi Vendola possono ritenersi altrettanto soddisfatti), mica m’aspettavo che lì tra gli ospiti di Santoro ci fosse lui. Alfano? No, lì comprendo il motivo (parentesi, sarà il Ministro di cui – nei prossimi mesi – si parlerà di più). M’è venuto da stare in silenzio quando, tra la Annunziata e Santoro, tra Marco Travaglio e un intervento di Nicola Porro, ho visto in collegamento Emilio Fede. Altro che l’asso di briscola.
MA MICA PER NIENTE. Ho dato un occhio a Massimo. Che parla poco e se apre bocca mentre c’è Santoro è solo per imprecare. Io, in questi casi, rispetto il mutismo e sopporto gli epiteti sempre originali. In qualche circostanza prendo appunti perchè ne partorisce alcuni che sembrano messi lì apposta. Ad anticipare le vignette di Vauro. Stavolta, però, ha parlato prima di me. Massimo: “Fede sta lì per andarsene. Mica per niente. Deve farsi perdonare qualcosa”. Dire che avessi capito cosa è dire una bugia ma, pazientemente, me lo ha spiegato. Secondo Massimo, il Direttore del Tg4 si era sbilanciato “pericolosamente” nel periodo pre elettorale dicendo che, lui Fede, Santoro lo guarda, gli piace, non condivide.
“Sta lì per andarsene. Alla prima occasione utile”. Il riscatto, secondo Massimo. Io: “Secondo me sbagli, non avrebbe senso. Cui prodest?”. Massimo: “Cena?”. Che per lui, scommettere cene è l’hobby migliore, dopo il cinema. “Cena”, rispondo io. Dimentico che, di fronte, ho Massimo. Ovvero quello che mi ha già spillato pranzi luculliani a base di pesce e carne, primi e secondi, italiano ed etnico. A posteriori, avrei potuto immaginarlo.